Jesus Is My King, Lord And Saviour

mercoledì 2 febbraio 2011

The WIP novel, part 5

John T. Scott Young anche quella mattina era ben vestito, come sempre. Era il piccolo di casa Scott Young ma quasi nessuno lo conosceva con quel cognome. Per tutti era il signor John T. O'Connor, figlio di immigrati Irlandesi morti in un incidente aereo tanti anni fa. In realtà i suoi genitori erano vivi e vegeti. La famiglia Scott Young si era trasferita a Boston da Los Angeles quando John aveva 17 anni. Fatti incresciosi li avevano spinti a cambiare aria e un altro fatto increscioso aveva dato a John la possibilità di realizzare il suo sogno: vivere lontano da quella famiglia che aveva imparato ad odiare.

Avrebbe voluto completare la scuola e andare in Europa. Ma nello sporco compromesso con la madre era solo riuscito ad ottenere di vivere da solo con una nuova identità e con un patrimonio non indifferente. Specie per un ragazzo di 17 anni. Aveva completato le scuole rimanendo qualche mese a casa di zia Lily. Poi, con una carta d'identità nuova di zecca ottenuta con qualche sotterfugio del padre, si era trasferito a Cambridge, nella Great Boston Area. Aveva preso una villetta indipendente su Summer Road, tra Broadway e Kirkland Street. Un casa su 3 livelli, molto grande, ben rifinita e con un bel giardino sul retro. Si era innamorato della zona, proprio a pochi passi dall'università di Harvard. Una zona giovane, piena di studenti e fermento intellettuale. Ma soprattutto una zona lontana dai palazzi del potere finanziario che così tanto diceva di odiare. John non disdegnava però i proventi dalla speculazione finanziaria ed edilizia.

Parte del suo patrimonio infatti veniva investito dalla madre tramite canali riservati su aziende di terzi ma controllate alla lontana dalla Scott Young & McDonnelly. Questo gli consentiva di veder crescere lentamente ma costantemente il suo patrimonio in modo assolutamente legale, ma sopratutto senza che lui dovesse muovere un dito. E' proprio vero che a volte essere nel posto giusto al momento giusto può portare grandi benefici.

A 22 anni si era laureato alla Harvard Divinity School, Master in Teologia nell'indirizzo "Nuovo Testamento e Chiesa primitiva". Subito dopo si era iscritto al Berklee College of Music. Dapprima con l'intenzione di laurearsi in batteria, poi optò per Ingegneria e Produzione Musicale. Ottenne il massimo dei voti e realizzò il suo sogno: allestire uno studio di registrazione personale. Aveva il top delle attrezzature, non avendo problemi di soldi. Qualche mese dopo fondò la Iron Wood Records, producendo anche qualche cantante di discreto successo. Vedeva abbastanza spesso la famiglia con cui aveva un rapporto certamente distaccato ma non apertamente ostile. Solo col fratello James aveva un rapporto di profondo affetto. Per la Boston che conta John era solo un ottimo amico di James.

John T. era appena uscito dal Terminal Arrivi dell'aeroporto General Edward Lawrence Logan di Boston, avevo preso un Muffin al cioccolato e un espresso con panna e adesso stava in fila appena fuori ad attendere il taxi. Compose il numero della segreteria, non aveva messaggi. Finalmente giunse il suo turno e diede l'indirizzo al tassista. Il Taxi imboccò l'interstatale 90 e all'uscita dal Ted Williams Tunnel il suo iPhone emise uno scampanellio. Era un sms. Era Katy. Non poteva crederci, dopo tutto quel tempo. Lesse il messaggio. John ti prego vieni presto, sto male ho bisogno di te.

Era in preda ad emozioni e pensieri diversi fra di loro. E non sapeva nemmeno quando era stato inviato quell'sms. Aveva provato a chiamare Katy durante il tragitto, ma il telefono squillava a vuoto. Il tassista attirò la sua attenzione. Erano arrivati. 650 di Columbus Avenue, Boston.

Jeremy forse non si ricordava di quel ragazzo dai lunghi capelli chiari, quasi rossicci. Memorizzò quel volto e con un cenno cordiale permise a John di avviarsi lungo il corridoio. Salì a piedi i due piani, salendo i gradini a due a due. Fu presto davanti all'appartamento numero 23.

Bussò qualche volta, poi una voce dall'interno lo rassicurò: "John sei tu? Arrivo."

Poco dopo la porta si aprì e Katy apparve davanti agli occhi increduli di John. Non gli pareva vero, lo avevo chiamato lei. Simulò calma e distacco e seguendo l'invito della padrona di casa si accomodò sulla poltrona beige. Katy era sempre bellissima anche se aveva una gran brutta cera.

"Scusa se non ho risposto alle tue chiamate, ero sotto la doccia."

"Figurati!"

"Ti ho cercato e provo vergogna per averlo fatto dopo tutto questo tempo."

"Non devi nemmeno pensarlo. Sono qui, ci sarò sempre quando avrai bisogno. Dimmi tutto."

"Sono distrutta. Mi sono svegliata poco fa dopo non so quanto tempo. Ho trovato queste pasticche o meglio, il flacone quasi vuoto."

"Ma che è successo? Cosa ricordi?"

"Non tanto. L'ultima cosa che mi ricordo - e lo disse mentre iniziò a piangere - è che lui mi ha lasciato. Per sempre."

John la abbracciò forte.

"John ti prego. So che tu e James siete amici. Ha provato a chiamarmi quando io già avevo mandato giù queste porcherie. Poco fa l'ho richiamato io, ma il telefono risulta spento. Non è da lui. Ti prego, se hai notizie fammi sapere ok? Sei l'unico che può aiutarmi."

"Sta tranquilla Katy, vedrai che stasera te lo porto qui e cenate insieme."

"John, ti sarei debitrice a vita."

Lo sei già, pensò fra sé John.

"Ti faccio sapere presto, adesso vado."

"Stai attento e grazie di tutto."

John uscì dallo stabile e si sedette su una pachina. Provò a selezionare entrambi i numeri di James ma nessuno dei due tentativi andò a buon fine. Chiamò al numero di casa, ma il telefono squillò a vuoto fino all'avvio della segreteria alla quale lasciò un messaggio. Dopo di ciò provò a chiamare Matt in portineria ma questi rispose che James non si faceva vivo dal giorno prima. Gli rimase l'ultima chance: Patricia.

Compose il numero e Patricia rispose praticamente all'istante. Sembrava stesse aspettando, se non quella, una telefonata.

"Ciao Patricia."

"John ti prego, dimmi che James è con te."

"Ti stavo per dire la stessa cosa. Non è con me, non è a casa, nessuno ne sa niente."

"Che facciamo John? Sono preoccupata."

"Ci risentiamo nel pomeriggio, vedrai che lo trovo."

John fece ordine tra le idee. Il fratello era sparito. 2 donne erano in ansia per lui. Non voleva scomodare i suoi genitori, specie adesso che si trovavano negli Emirati Arabi, a migliaia di chilometri di distanza.

James aveva fatto perdere ogni traccia. Ora toccava a John fare ciò che doveva fare. E non sarebbe stato divertente.

1 commento:

FABLOGGERR ha detto...

appassionante , spero di non dovere aspettere troppo per i seguito.