Jesus Is My King, Lord And Saviour

mercoledì 24 febbraio 2010

Gran brutta cosa il peccato

"Tutti hanno peccato e sono privi
della gloria di Dio
ma sono giustificati gratuitamente
per la sua grazia
mediante la redenzione
che è in Cristo Gesù"
Romani 3:23-24

Ho letto notizia di una donna, leader di una chiesa europea, donna molto importante per il ministerio che svolge in seno alla chiesa di cui fa parte; questa donna, dicevo, è stata fermata dai poliziotti della sua città, una sera, alla guida della sua auto, con una percentuale di alcool nel sangue molto alta, aldilà della soglia di assoluta incapacità alla guida.

Lei si è dimessa dal suo ufficio ministeriale e questo post non è certamente scritto allo scopo di puntare il dito. Lo scopo di questo è solo uno, dato da una riflessione che la questione mi ha ispirato: quanto il peccato fa schifo.

Il peccato si avvicina alla tua vita sotto forma di tentazione (parola abusatissima), bella, piacevole, suadente. Ti dice che se fai sesso prima di sposarti, o con una che non è tua moglie sarai felice. Ti suggerisce che ubriacandoti potrai dimenticare i problemi o che drogandoti avrai qualcosa che altrimenti non riesci ad ottenere. Oppure, in forme più sottili, ti invita a calpestare gli altri perchè tu in fondo sei migliore di loro e te lo meriti. Ti convince che se imbrogli, otterrai prima i tuoi risultati.

Ti lasci abbindolare dalle lusinghe della tentazione, pecchi. Poi il peccato torna e ti presenta, presto o tardi, il conto. Un matrimonio rotto, una gravidanza non desiderata, una malattia sessualmente trasmissibile, una famiglia rovinata, una cirrosi, l'AIDS, la dipendenza da droghe, l'alcolismo, la solitudine, il carcere, la depressione e chi più ne ha più ne metta. E non ultima tra le conseguenze del peccato... l'umiliazione. Come nel caso di questa donna.

Cosa più grave del peccato? Offende la santità di Dio, sporcando il cristiano che vuole santificarsi. Beh, cosa dico dunque, che il peccato è sovrano e non vi è rimedio? No di certo, il sangue di Gesù il rimedio. Egli è l'Agnello di Dio che ha liberato il mondo dal predominio del peccato e vuole liberarti dai tuoi; Egli non sene ricorderà più e non ti ostacoleranno circa la tua eternità con Gesù.
Sulla Bibbia, la Parola di Dio, trovi tutto questo e molto di più

Un'altra lettura molto esaustiva in merito è Va e non peccare più di Mike Brown. Libro da leggere assolutamente.

Dio ci benedica

martedì 23 febbraio 2010

Stanco e felice

Mercoledì mattina parto, vado ad affrontare l'esame di diritto ecclesiastico e la prova in itinere di ebraico III. Sarà la sessione d'esame più vicina ad una catastrofe di tutta la mia carriera. Ma andrà bene anche se andrà male. Sono talmente stanco che accoglierò con gratitudine qualsiasi cosa.

mercoledì 17 febbraio 2010

Io e non solo

Preziosi e pragmatici
predestinati rappresentanti
di un profittevole processo,
impreciso progresso

Tra improbabili presagi
primeggiano pronostici
su una pratica pre-atavica
per interprete primigenia

Premetto primariamente
precisi princìpi
parole prendo in prestito
principalmente da profeti

Prove imperscutabili
pregne in primis
di profique precisazioni
odio reprobe pratiche

Pronto al peggio
provo,
mai del tutto preparato
prego.

giovedì 11 febbraio 2010

Il nome della rosa


«Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus»

Sul finire del 2009 ho ricevuto, in prestito, questo libro. Erano anni, almeno 2, che lo volevo leggere. Almeno da quando ebbi modo di apprezzare "Il Pendolo di Foucault", un capolavoro su cio forse sarebbe il caso di riparlare (dopo una rilettura).

Libro che certamente la proprietaria, alla quale peraltro non è ancora tornato, sicuramente avrà ricevuto in eredità da qualcuno, visto che il libro in questione è piuttosto datato, con le pagine ingiallite dal tempo. Altro punto in favore del contenitore, gli appunti di chi lo ha letto prima di me; particolare che dona al volume un connotato di calore, di familiarità, di vita. Tanto da farmi decidere di leggere più spesso libri presi in prestito. Poi torno sui miei passi perchè comunque un libro, una volta finito, lo voglio sul mio scaffale... pronto per essere ripreso.

Beh devo dire che Umberto Eco mi ha definitivamente conquistato. E' straordinario, non riesco a trovare altre parole. Grande come pochi altri tra gli scrittori che ho avuto il piacere di gustare. Per intenderci, Eco va posto sullo scaffale dei geni. Quello in cui tengo Tolkien e Lewis, insomma.

Non voglio fare una recensione, perchè non ne sarei capace. Però c'è da dire che i livelli di lettura che questo capolavoro offre sono diversi. Anche agli occhi di un lettore ignorante come me. Già la frase «Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus» [la rosa primigenia esiste in quanto nome, possediamo i semplici nomi], non lascia dubbi sul fatto che l'Eco scrittore non ha certo lasciato a casa l'Eco semiologo e filosofo, proprio come il Tolkien scrittore non aveva lasciato a casa il Tolkien filologo.

Molto interessante anche la descrizione della vita in una abazia medievale. Bello il racconto sull'esilio Avignonese e sugli scontri tra Imperatore e Papa. Bella la storia dei movimenti eriticali del Medioevo. Stupendo l'intreccio tra personaggi reali e personaggi inventati. Mirevole l'apparato di citazioni che Eco inserisce tra le pagine di questo mirabile esempio di letteratura a cavallo tra giallo, saggio, romanzo storico e quant'altro. Interessantissimo leggere circa la disputa sul pauperismo. Mirabolante la diatriba sul riso tra Jorges e Guglielmo. Stupenda la passione per i libri e per il sapere. Magnifici i vitra ad legendum. Insomma ci sarebbe da parlarne da svariati punti di vista.

Non ultimo tra questi, la trama. Fil rouge che unisce tutto quanto sopra accennato e molto di più, la storia di una serie di misteriosi morti in in abazia medievale dell'Italia del Nord. Abazia che tra l'altro sta per ricevere due delegazioni, una filo-papale e l'altra filo-imperiale. Perno della trama, Guglielmo da Baskerville, accompagnato dal novizio Adso da Melk. Guglielmo è una sorta di investigare ante litteram, molto dotato peraltro. Personaggio che già dal nome, non può non ricordare Sherlock Holmes, frutto dell'abile penna e della geniale mente di Sir Arthur Conan Doyle. Punti di contatto sono il nome (Il mastino dei Baskerville è un opera di Doyle), l'acume, l'aspetto fisico e il fedele compagno di avventure. Infatti oltre all'assonanza dei nomi Adso e Watson, i due gregari sono in entrambi i casi i narratori in prima persona.

Chiaramente non si tratta di plagio ma di omaggio da un grande ad un grande. Omaggio reso avvincente dal fatto che, essendo l'ambientazione de Il nome della rosa precedente a quella delle avventure di Sherlock Holmes, si ha quasi l'impressione che sia stato Doyle ad ispirarsi ad Eco, cosa impossibile, ça va sans dire. E si perdona a quest'ultimi anche l'errore (secondo me voluto, quindi non più tale) circa i peperoni e il violino, cose non ancora presenti in Italia nel '300.

Continuerei ore a tradurre in parole cioè che questo romanzo scatena nella mia mente, ma non essendone capace rischerei solo di annoiare e di incartarmi. Dunque mi limito ad esortare i miei lettori a leggere questo capolavoro e poi magari, discuterne insieme.

Devo aggiungere che poco mi importa se lo scrittore Eco sia credente, ateo o agnostico. Poco mi importa anche del suo anticlericalismo o meno. Posso essere dispiaciuto per lui, se non ha accettato la salvezza in Cristo (e non la religione cristiana), così come mi spiace il fatto che Wilde non denotasse le caratteristiche tipiche di un cristiano born again. Ma, detto questo, aggiungo che per l'arte ciò è indifferente. Certo non sono libri che leggo per edificazione spirituale, ma per diletto artistico, per curiosità artistico-intellettuale. Ci sono libri stilisticamente mediocri ma ricchi di contenuto spirituale, così come libri trasudanti ateismo ma scritti bene.

Se una persona non fa certe letture per paura di indebolire la propria fede, continui a non farle. Se un'altra persona legge Nietsche senza per questo intaccare la propria fede, continui a leggerlo. Certo è che quando si mettono insieme la fede e le doti letterarie come, per citarne uno a caso, in Lewis, i risultati sono davvero entusiasmanti.

Fermo resta il fatto che, la mia lettura preferita di sempre e per sempre rimane la Bibbia, la Parola di Dio, la lettera che Dio ha lasciato agli uomini. La biografia di Gesù, vero uomo e vero Dio, unico Salvatore del mondo. Il Libro dei libri, che merita ben più di un post.

martedì 9 febbraio 2010

Geniale

lunedì 8 febbraio 2010

Ci vuole disciplina

Almeno in tre aspetti:
- Preghiera e meditazione.
- Regime alimentare.
- Studio.

Ottime basi per una vita migliore

venerdì 5 febbraio 2010

Idolatria, venerazione, adorazione...

Le feste popolari travestite da ricorrenze cristiane mi suscitano molta rabbia, perchè violano la Sacra Scrittura, la volontà di Dio. Oggi è il clou della festa di Sant'Agata e non sopporto l'idea che centinaia di migliaia di persone siano ingannate dalle menzogne. L'unico degno di culto, venerazione, adorazione, preghiera, intercessione è Gesù. Sfido chiunque, Bibbia alla mano, a dimostrarmi il contrario. La Parola di Dio è chiara.

Prima di scrivere fiumi di parole... cerco qualcuno che non la pensi come me per parlarne seriamente. Scrivere scrivere scrivere ad uso e consumo di chi già la pensa come me ha poco senso. Io voglio confrontarmi con qualcuno, che magari sappia quello che dice.


mercoledì 3 febbraio 2010

Il nonno è con Gesù

No, non è una frase da utilizzare quando i bambini chiedono "dov'è il nonno?".

Oggi è il 3 febbraio. Tutti i 3 gennaio della mia vita, fino al 2008, completamente o in parte, a casa del nonno perchè è il giorno del suo compleanno. Nonostante il suo carattare per niente facile, irascibile, severo ai limiti della dittatura, mi è sempre piaciuto stare con lui, ascoltare le sue storie di guerra, la fuga dal fronte, l'avventura di Treviso, il camuffamento da monaco storpio per sfuggire ai tedeschi, il suo amore per Mussolini, il suo odio per Hitler, le sue tre mogli (le prime due morte, la terza è mia nonna). La storia del suo incidente nel quale un pezzo di cervello è fuoriuscito dalla scatola cranica, incidente che l'ha solo reso cieco di un occhio e che ha lasciato una parte mancante di scatola cranica, come una sorta di ammaccatura. E poi l'attenzione maniacale agli sprechi, le sue mille storie da raccontare per ammaestrare, esortare, divertire, rimproverare. Un uomo ignorante. Un uomo saggio, a suo modo. La padronanza della manipolazione articolare, uomini e donne che si rivolgono a lui per slogature, lussazioni e quant'altro; lui li rimette a posto e accetta volentieri qualcosa in cambio, spesso (era quasi una richiesta) rappresentata da "tri carti i deci liri", 30.000 lire, poi diventati con astuzia commerciale 30 euro.

Da piccoli, io e mio cugino Fabrizio giocavamo spesso a casa dei nonni. Ricordo una scala che scendendo dalla casa creava un pianerottolo che poi riscendeva verso il garage. In quel pianerottolo, dopo pranzo, eravamo soliti giocare con varie action figures (a noi note come pupazzi) e passavamo ore ad inventarci storie con quei personaggi di plastica. Era molto divertente e oserei dire formativo, quanto meno per la nostra fantasia, altro che PSP. Giocando sentivamo spesso il nonno russare, perchè il pisolino (2 ore circa) seguito da caffelatte con fettebiscottate, era un rito irrinunciabile. Quando si svegliava, entrava nel bagno in camera, si lavava il viso, poi usciva. Si affacciava verso di noi redarguendoci perchè, a suo dire, eravamo stati troppo rumorosi e non l'avevamo fatto dormire. Così tutte le volte.

Il mio nonno per anni ha frequentato una chiesa, ma con onestà devo dire che non so quanto avesse capito del cristianesimo.

Oggi è il 3 febbraio 2010, il nonno ha compito 87 anni. Avrebbe compiuto, se non fosse stato per quel maledetto cancro all'intestino diagnosticato con ritardo. Nei giorni precedenti alla sua morte abbiamo avuto tante occasioni per parlare di Dio, di un rapporto reale con Gesù. Lui lo ha accettato come Signore e Salvatore. Ha commosso tutti quando, per la prima volta in 85 anni, ha chiesto perdono a Dio per i suoi peccati, a mia nonna per i torti fatti (solo Dio sa quanti e quali) e a tutta la famiglia.

L'11 ottobre 2008 sono stato tutto il giorno con lui. Non riusciva più a parlare. I liquidi causati dal tumore stavano salendo inesorabilmente verso i polmoni riempendoli. Ogni respiro era un gorgoglìo di liquidi. Quel giorno, come la notte e il giorno prma, comunicava a gesti. Baciò mia nonna dischiudendo le labbra di una bocca ormai sdentata, come i bimbi di 6 mesi baciano la loro mamma. Quel giorno, dicevo, siamo stati insieme. Gli ho parlato del posto meraviglioso che stava per raggiungere. Ho letto vari stralci della Bibbia tratti dall'Apocalisse, dai Salmi e dall'Evangelo di Giovanni. Poi mentre parlavo e lui annuiva, teneva la sua mano sulla Bibbia aperta. Poi abbiamo pregato mano nella mano. Così fino al primo pomeriggio. Quando la mia mano ha avvertito che la sua mano aveva perso anche quel piccolo residuo di forza. Anche il suo volto si velò di morte. Tutti quelli che erano nella stanza lo capirono. Ed iniziarono a piangere e chiamare il suo nome, specie la nonna. Io, tra i singhiozzi, ma con i movimenti regolati da una calma innaturale provai a sentire se c'era polso. Non lo sentivo. Allora provai a tastare la carotide perchè magari il polso non lo sentivo non essendo preparato a farlo. Niente. Mano davanti al naso. Niente. Specchio davanti al naso. Niente. Ok, nonno è andato. Ho chiesto a Dio di accoglierlo.

Qualcuno, tra i più piccoli degli oltre 20 nipoti e degli oltre 10 pronipoti, chiedeva dove fosse andato il nonno. Domanda che sorge spontanea, visto che sentivano ripetere che il nonno se n'era andato e non c'era più. La risposta era: "Il nonno è con Gesù". E non per tranquillizzare i piccoli, ma perchè ci crediamo davvero e, cosa più importante, ci ha creduto pure lui.

PS: ho iniziato questo post volendo solo scrivere una o due righe. I ricordi hanno avuto la meglio e, mentre scrivo, qualche lacrima, timida, esce dai miei occhi. Non sono quasi mai andato al cimitero, dopo il funerale. Ma io me lo ricordo spesso. Ciao nonnino, mi manchi... ma ci vediamo presto.

martedì 2 febbraio 2010

Io cambio


Io non sono metereopatico. Soffro troppo il caldo e odio l'estate, odio il mare. Amo il freddo. Amo la pioggia. Io sono fatto così. Anzi ero fatto così. Da due anni circa è cominciato un lento ed inesorabile cambiamento. Mi ha dato molto fastidio sorprendermi un po' triste nei giorni di pioggia, talmente era il fastidio che non lo ammettevo con me stesso. E' stato strano un paio di estati fa iniziare ad andare al mare con piacere. Traumatico trovarmi al sole per più di 1 secondo. Assurdo per me provare piacere nella tintarella estiva. La cosa assurda è che, a dispetto delle temperature ogni anno più alte, io soffro sempre meno il caldo. Uso il condizionatore molto molto meno rispetto a qualche anno fa. Di inverno sento un po' più freddo, oltre ad un fastidioso seppur leggero malumore nella stagione fredda (anche se forse le ragioni sono altre).
A dirla tutta, mi ricordo che la buon'anima di mio nonno non aveva mai caldo ma molto spesso aveva freddo. Indossava il cappuccio di lana pure in primavera inoltrata. Dunque questi cambiamenti non sono il primo a subirli. Anche se, a 24 anni, mi pare prestino per iniziare.

PS: post riempi blog, in attesa del prossimo vero post su "Il nome della rosa".